venerdì 22 luglio 2011

Ma cosa è la povertà?

Nel mondo, l'estrema povertà confina con l'abbondanza. Dei 6 miliardi di abitanti del pianeta, 2,8 miliardi hanno meno di 5.000 lire al giorno per sopravvivere, e 1,2 miliardi meno di 2.500 lire al giorno. Ma la povertà non è solo mancanza di soldi.
Povertà è l'umiliazione, la sensazione di essere dipendenti da altri, di essere obbligati ad accettare offese, disprezzo, e trovare indifferenza quando si cerca aiuto.
La povertà è un'inaccettabile privazione del benessere cui ha diritto un essere umano.
Ma cosa è privazione, e cosa è inaccettabile?
Gli uomini non hanno tutti la stessa visione del concetto di povertà, né valutano egualmente le sue cause.
Per noi, l'esperienza della povertà non comprende solamente basse retribuzioni e consumi ridotti al minimo, ma anche difficoltà d'accesso ad un adeguato livello di educazione, di risorse sanitarie e d'alimentazione.
Supera gli aspetti monetari per includere il pericolo e la vulnerabilità, l'impotenza rispetto all'incertezza quotidiana, l'incapacità a far udire la propria voce.
L'esperienza della povertà non è solo mancanza di benessere materiale, ma anche negazione dell'opportunità di vivere una vita tollerabile.
La vita può essere accorciata. Può essere resa difficile, dolorosa, o casuale; privata di dignità, fiducia.
La povertà limita la vita.

La visione del filosofo ed economista Amartya Sen sarebbe forse condivisa dai poveri stessi.
Sen considera l'esperienza della povertà nel suo contesto sociale, e vede la povertà in termini di impossibilità a svolgere alcune fondamentali attività dell'uomo (Sen 1984, 1993): "la povertà deve essere intesa come la privazione delle capabilities fondamentali dell'uomo" (Sen 1999).
L'idea di fondo del suo human poverty approach al concetto di povertà è che la povertà dovrebbe includere sia ciò che potremmo o non potremmo fare (capabilities), sia ciò che ci è effettivamente concesso di fare (functions).
Quest'idea ha svolto un ruolo fondamentale nell'allargamento della lotta alla povertà che, non più legata alla sola dimensione del reddito, viene ad includere il diritto ad una vita lunga, creativa, tutelata da malattie e violenze - e il diritto ad un buon tenore di vita, alla dignità, all'autostima e al rispetto altrui.
Se il benessere permette di contrastare un futuro di incertezza e di vulnerabilità, l'incapacità a decidere la propria vita diviene un aspetto del concetto di povertà.
È per questo che anche la vulnerabilità, l'incapacità a far udire la propria voce e l'impotenza politica sono dimensioni della povertà.
Perciò anche l'arbitrio, la sottomissione e l'insicurezza sono divenute dimensioni della povertà, al pari di un reddito insufficiente.
È necessario un più ampio approccio al concetto di povertà, non più limitato alla constatazione di bassi redditi, che è il criterio comune col quale si misurava la povertà...
 

Che cosa significa povertà?

La povertà è fame. La povertà è vivere senza un tetto. La povertà è essere ammalati e non riuscire a farsi visitare da un medico.
La povertà è non potere andare a scuola e non sapere leggere. La povertà è non avere un lavoro, è timore del futuro, è vivere giorno per giorno.
La povertà è perdere un figlio per una malattia causata dall'inquinamento dell'acqua.
La povertà è non avere potere e non essere rappresentati adeguatamente; la povertà è macanza di libertà.
La povertà assume volti diversi, volti che cambiano nei luoghi e nel tempo, ed è stata descritta in molti modi...
 
La povertà è una situazione da cui la gente vuole evadere.
La povertà, quindi, richiede azioni sia da parte dei poveri che dei benestanti, e richiede di cambiare il mondo per fare sì che molte più persone possano avere un buon livello di nutrizione, un alloggio adeguato, accesso all'educazione e alla salute, protezione dalla violenza, e voce in ciò che succede nella loro comunità.
Le dimensioni della povertà
Per capire come si può ridurre la povertà, per capire ciò che contribuisce o meno ad alleviarla e per capire come cambia nel tempo, bisogna definire, misurare, studiare ed anche vivere la povertà.
Dato che la povertà ha tante dimensioni, deve essere osservata mediante una serie di indicatori; indicatori dei livelli di reddito e di consumo, indicatori sociali ed anche indicatori della vulnerabilità e del livello di accesso alla società e alla vita politica.
Fino ad ora la maggior parte degli studi è stata condotta utilizzando misure di povertà basate sui consumi o sui redditi.  Ma alcuni studi sono stati condotti anche su altre dimensioni della povertà; esempi sono il Rapporto sullo sviluppo umano delle Nazioni Unite (UNDP) e il Rapporto sullo sviluppo mondiale 2000/01 (WDR) sui temi di povertà e sviluppo della Banca Mondiale.
 
 
               ......Non chiedermi cosa è la povertà perché l'hai incontrata nella mia casa.
 Guarda il tetto e conta il numero dei buchi.
Guarda i miei utensili e gli abiti che indosso.
Guarda dappertutto e scrivi cosa vedi.
Quello che vedi è la povertà.